Nel pomeriggio di sabato primo aprile, il luminoso salone della Pescheria Vecchia di Este ha ospitato l’inaugurazione della mostra d’arte “Colori: linguaggio dell’anima”, allestita dall’artista monselicense Roberto Tresin.
L’evento, trasmesso in diretta su Facebook ed Instagram, è stato introdotto da una performance live in cui Tresin ha realizzato un paio di opere-lampo, definite in rapide pennellate e raccontate in voiceover dall’artista: un’occasione più unica che rara per sbirciare oltre l’immagine e percepirla nel suo divenire, come figlia di uno slancio creativo che rimane difficile descrivere a parole.
La vernissage ha visto la partecipazione dell’Assessore alla Cultura del Comune di Este, Luigia Businarolo, che ha portato un ricordo personale del proprio primo incontro con Tresin: «Ho conosciuto Roberto circa vent’anni fa, in occasione di una sua esposizione alla Chiesa di San Rocco. Su quella mostra scrissi un articolo per il sito della Pro Loco di Este, articolo che ho poi ritrovato con orgoglio, con piacere e con sorpresa all’interno del portale di Roberto: quando mi ha contattata per propormi quest’iniziativa ho subito accettato con entusiasmo, con la speranza di poter accogliere altre proposte simili in futuro».
Successivamente hanno preso la parola anche il Sindaco di Monselice Giorgia Bedin e l’Assessore alla Cultura e Vicesindaco Andrea Parolo, che hanno portato entrambi una testimonianza della loro stretta conoscenza dell’artista, mettendone in risalto l’aspetto umano e lodandone il costante contributo alla crescita del proprio territorio, offerto sia da artista che da cittadino attivo.
I quadri in esposizione
Le opere visibili coprono un periodo di circa vent’anni, rappresentando sia esempi di uno stile pittorico che omaggia Emilio Vedova, sia tracciati del tutto innovativi rispetto alle tinte più cupe e tormentate dell’autore veneziano: anche i materiali adoperati da Tresin emergono e assumono il loro rilievo, aggiungendo una spiccata tridimensionalità ad alcuni dei pezzi. Questi ultimi, se osservati bene, si lasciano analizzare dal punto di vista dell’attenzione al riuso e al recupero degli scarti, che per Roberto diventano oggetti da nobilitare e far rivivere.
Questo lato dell’arte di Tresin si nota in special modo nelle tele ricoperte di frammenti di carta macerata, ruvide, increspate, fragili come pelle che si screpola al sole. Nei solidi, cubi e parallelepipedi ricavati da semplici scatole di cartone e riproposti come oggetti dotati di una personalità nuova, non più distinguibile sotto gli strati di colore così sovrapposti alla materia. E ancora nelle sculture, dove l’acciaio di recupero brilla dopo aver trovato un nuovo significato da esprimere.
“Vivo per creare, creo per vivere”
Vi invitiamo a scoprire personalmente l’esposizione recandovi in via Massimo D’Azeglio 11: sarà possibile visitarla ogni mattina dalle 9.30 alle 12.30 e ogni pomeriggio dalle 15.30 alle 19.30.