Antonio Scarabello, vice presidente del Parco: una risposta necessaria per la salvaguardia del territorio.
Cinquant’anni fa veniva promulgata la Legge 1097 (la cosiddetta Legge Romanato- Fracanzani) che salvò i Colli Euganei dallo smembramento a causa delle cave. La legge speciale emanata nel 1971 aveva messo lo stop alla distruzione dei Colli e alla cessazione dell’attività delle 70 cave allora presenti.
L’argomento è stato affrontato a Battaglia Terme presso la sala Bachelet, in occasione degli incontri sulla storia del Monastero Santa Maria del Monte delle Croci, promossi dall’Associazione “La Vespa” con il coordinamento delle associazioni e il patrocinio del Parco Regionale dei Colli Euganei e del Comune di Battaglia Terme.
L’ultimo incontro si è svolto venerdì 15 Ottobre con Gianni Sandon che ha svolto i tema “Dalla Tenuta agricola all’attività di cava e legge 1097, 1920-1971“. Nei precedenti incontri hanno relazionato Flavia Tasca (con la moderazione del giornalista Francesco Jori) sulla storia del monastero e Paolo Bonaldi “Il Monastero divenuto azienda agricola, nel tempo dei duchi di Modena, proprietari della villeggiatura del Catajo, 1800-1920”.
Il vice presidente del Parco Colli Euganei Antonio Scarabello ha evidenziato come grazie a quella legge i Colli Euganei furono salvati con il blocco delle 70 cave che furono drasticamente ridotte e monitorate. Ora sono operative solo 4 cave: 2 a Vò e 2 a Montemerlo che, entro due anni, termineranno la loro attività estrattiva, cessando definitivamente. Scarabello ha poi sottolineato che dal 1989 l’intero territorio (che raggruppa 15 comuni) è sotto l’egida del Parco appositamente istituito dalla Regione Veneto. Si tratta di una risposta positiva salvaguardando e valorizzando l’aspetto floro-faunistico, ambientale e paesaggistico. “Da parte del Parco Colli Euganei è fondamentale il continuo confronto con le istituzioni e le associazioni presenti nel territorio” ha concluso Scarabello.