Consorzio di Bonifica Adige Euganeo: Opere a rischio a causa del rincaro delle materie prime

Consorzio di Bonifica Adige Euganeo: Opere a rischio a causa del rincaro delle materie prime

Non sono buone notizie quelle che provengono dal fronte delle infrastrutture idriche del bacino euganeo. A causa del costante aumento del costo delle materie prime, due opere fondamentali per la salvaguardia del territorio, da anni attese e giunte da poco alla fase realizzativa, rischiano infatti di essere rimandate a data da destinarsi. Le opere in questione sono il cosiddetto “Tubone”, condotta che dovrebbe scongiurare l’utilizzo di acque inquinate dagli Pfas provenienti dal fiume Fratta ai cittadini di Cologna Veneta e Montagnana, e lo “Sbarramento antintrusione salina sul Brenta”, oramai necessario data l’accertata presenza del sale marino a oltre 20 chilometri dalla foce, elemento potenzialmente dannoso per le coltivazioni, in particolare per il pregiato Radicchio Doc di Chioggia, qui largamente diffuse.

Il Presidente Michele Zanato

I rincari delle materie prime, schizzati alle stelle dopo lo scoppio della guerra in Ucraina, hanno fatto lievitare il costo del “Tubone” di ben 9 milioni, da aggiungere ai 42 già stanziati per la realizzazione dell’opera, ed altri 9 milioni per lo “Sbarramento Salino”, il cui costo complessivo è stimato invece in circa 20 milioni. Sono quindi 18 i milioni da recuperare, ma che il “Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste” non si trova al momento nelle condizioni di finanziare. Se ciò non bastasse, queste opere non possono nemmeno essere realizzate con i fondi provenienti dal Pnrr, in quanto non sono state giudicate di prioritaria importanza dalla commissione giudicatrice.

Il progetto della “Diga di Sbarramento”

Ad accendere i riflettori sull’annoso problema è stato negli scorsi giorni il Presidente del Consorzio di Bonifica Adige Euganeo Michele Zanato assieme al suo entourage, da settimane in contatto con gli uffici romani per non lasciar cadere nel dimenticatoio dell’incompiute le due opere in questione. In seguito all’incontro ottenuto in data 4 e 5 luglio a Roma con i tecnici del Ministero, spiega il presidente Zanato, non sono state illustrate alternative valide, se non il consiglio di cercare “economie d’intervento alternative”. Operazione, tra l’altro, difficilmente attuabile al momento. Un problema che richiederebbe risposte adeguate in tempi celeri sta clamorosamente rischiando di protrarsi per ulteriori anni, rendendo vano il lungo percorso fatto finora, e mettendo in serio pericolo la salute dei cittadini delle aree interessate e le pregiate coltivazioni.

Alla luce di quanto sta accadendo, il Presidente Zanato, il quale si dice disposto a continuare fino in fondo per reperire le risorse, ha da poco annunciato che uno dei prossimi incontri sarà con il commissario nazionale per la scarsità idrica Nicola Dall’Acqua. L’auspicio è che le due opere possano essere inserite nell’elenco di quelle prioritarie per il paese, mettendo così fine alla contesa. Una situazione che necessita quindi la massima attenzione da parte degli enti locali e regionali, che continueremo a seguire da vicino così da non far cadere in secondo piano come purtroppo è già accaduto in passato.