Carso Sloveno una meraviglia unica

Carso Sloveno una meraviglia unica

Un mondo unico, ricolmo di meraviglie sotterranee, impreziosito dall’eleganza dei famosi cavalli bianchi di Lipica,  punteggiato da vigneti ed arricchito da una infinità di sapori straordinari

 

La Slovenia, un fazzoletto di terra grande quanto la Lombardia dove convivono in maniera armoniosa tante diversità: climatiche, linguistiche, paesaggistiche. E’ l’unico Paese europeo dove i paesaggi – alpino, mediterraneo, carsico e pannonico – entrano in contatto ed in un solo giorno si possono “sperimentare” tutti e quattro. Ciò in quanto anche gli angoli più remoti dello Stato distano appena due ore dalla capitale Lubiana. Appena si varca il confine si rimane colpiti dal verde, luminoso e brillante, che sembra perdersi all’infinito. Interrotto e punteggiato di tanto in tanto da qualche villaggio. Il verde è proprio il colore che la identifica meglio ed un terzo del territorio  è “zona protetta e tutelata”.

Poi è anche il luogo dove le Alpi ed il Mediterraneo si incontrano  per “ammirare” uno  dei paesaggi più particolari al mondo: il Carso. Un mondo straordinario, che si distende dall’Isonzo alle Grotte di San Canziano ed arriva a lambire il golfo di Trieste e l’Istria. Un’area straordinaria fatta di meraviglie sotterranee (in particolare grotte, laghi e fiumi), di fenomeni naturali mozzafiato e di sapori unici. In Slovenia ci sono migliaia di grotte ed ogni anno ne vengono scoperte di nuove.

Però solo in minima parte sono accessibili al pubblico. Una di queste è la storica “Grotta delle patate” (Krompirjeva jama in sloveno) che si trova tra i villaggi di Temnica e Vojščica. Nella prima Guerra Mondiale, fra il 1916 ed il 1917, fornì rifugio a circa cinquecento soldati austro-ungarici. Serviva anche da deposito per alimenti, in particolare patate, da cui il suo nome. Per raggiungerla bisogna percorrere, in discesa, una ripida scala di pietra. È possibile visitarla in qualunque periodo dell’anno previo appuntamento con il Jamarski klub Temnica (Cell. +386-40207482).

Torre di Cerje un importante simbolo di pace

Anche se la Slovenia è per estensione un piccolo Paese, le cose che offre sono tantissime … da “Grande Paese”. Ogni volta che si torna sembra sempre la prima volta. A pochi chilometri dal confine con l’Italia (a circa 40 chilometri da Trieste) si incontra la Torre di Cerje, costruita nel punto più alto del territorio del comune di Miren-Kostanjevica (www.miren-kostanjevica.si/turizem/cerje/).

Il gigante di pietra, alto 25 metri, inaugurato nel 2013, oltre ad essere il Monumento ai difensori della terra slovena è un importante simbolo di pace. Costruito in una posizione idilliaca, sul bordo occidentale dell’altipiano carsico, offre un’ampia panoramica in tutte le direzioni: sulla parte settentrionale dell’Adriatico e sulla Laguna di Grado, su Gorizia e la pianura friulana, le Alpi Giulie, le Dolomiti e la valle del fiume Vipacco (Vipava in sloveno).

Nelle sale del museo sono conservati importanti reperti storici ed artistici. Al piano terra si può ammirare il quadro “Il ballo della vita e della morte” –  olio su tela, capolavoro del pittore Rudi Španzel –  che alcuni chiamano la “Guernica” slovena. Grazie alla mostra interattiva, allestita su cinque piani, il visitatore ha la possibilità di fare una veloce passeggiata attraverso le varie epoche della storia slovena: dalla preistoria ai giorni nostri, passando per i due conflitti mondiali  e per gli anni della guerra per l’indipendenza della Slovenia. All’ultimo piano, il settimo, una terrazza panoramica completamente vetrata sembra simboleggiare lo sguardo al futuro con un panorama da togliere il fiato. La struttura è visitabile, da mercoledì a domenica in qualunque periodo dell’anno: da aprile ad ottobre l’apertura è dalle 10 alle 18 mentre da novembre a marzo dalle 10 alle 16.

Le Grotte di San Canziano, Patrimonio Unesco dal 1986

Altra tappa tappa d’obbligo è il Parco Regionale delle Škocjanske jame, cioè le Grotte di San Canziano (www.park-skocjanske-jame.si/it). Qui la natura ha “giocato” con l’acqua, la roccia e la terra per scolpire un’opera d’arte di caratura mondiale. Un ruolo fondamentale l’ha avuto il fiume Reka che, con la sua imponenza, ha dato forma a questo paradiso naturale che si sviluppa sottoterra e che dal 1986 fa parte, a pieno titolo, del Patrimonio Mondiale Unesco.

Tre sono i percorsi, due all’interno delle grotte (contrassegnati con i colori rosso e giallo) ed uno all’esterno (di colore verde) che permette di vedere la conformazione della zona. Partenza ed arrivo al Centro visite. Il percorso “rosso”, lungo circa 3 chilometri,  è quello adatto a tutti. Dal Centro visite ci si sposta a piedi fino all’entrata riservata ai visitatori. La prima tappa è la  Tiha jama, la “grotta del silenzio” a 100 metri di profondità, così chiamata per l’assenza dell’eco delle acque sotterranee. Si continua a scendere,  si passa per la Sala Grande (che ospita Orjac, il “Gigante”, che, con i suoi 15 metri, è una delle stalagmiti più grandi al mondo) e si arriva alla Grotta del rumore,  a 200 metri di profondità, in un percorso  a strapiombo sul bordo del canyon che conduce al Cerkvenikov most, il ponte sospeso a 47 metri sopra le acque del Reka. Dal centro della passerella è visibile la immensa “Sala Martelova dvorana” (lunga 300 metri, alta 146 e larga 120) che probabilmente sarà aperta al pubblico nel 2020 e visitabile su prenotazione.

Il percorso all’interno delle grotte termina nei pressi della Velika dolina, la dolina di crollo da cui si torna in superficie passando per la grotta Tominčeva jama, con il contorno di un paesaggio straordinario ed il sottofondo delle cascate tumultuose sotto il ponte naturale. Giunti all’aperto si può tornare al Centro visite con la funicolare o a piedi  seguendo un sentiero panoramico che sale per 160 metri (con circa 400 gradini)  fino al Belvedere. Le Grotte sono visitabili tutto l’anno in gruppo e con la presenza di una guida. Da giugno a settembre è prevista una visita all’ora dalle 10 alle 17, mentre negli altri mesi le visite sono solo tre al giorno (alle 10, 13 e 15).

Alla scoperta di Lipica

Un’altra chicca sono le scuderie  di Lipica, la culla dei cavalli lipizzani di tutto il mondo (www.lipica.org/it). Un’oasi verde di 300 e passa ettari, punteggiata da tigli e querce centenarie visitata annualmente da oltre 100 mila persone. È ad un passo dall’Italia ed in particolare da Trieste ed è vicinissima anche alle Grotte di San Canziano. Con gli oltre 4 secoli di vita (è stata fondata nel lontano 1580 dall’arciduca Carlo II d’Asburgo, per allevare i cavalli di rappresentanza della corte viennese) è la più antica scuderia europea, e fra le più antiche del mondo, che alleva la stessa razza di cavalli fin dalla sua costituzione. Una giornata trascorsa nell’allevamento  è qualcosa di impagabile.

A Lipica ci sono circa 350 lipizzani, di cui 130 stalloni. Nel maneggio se ne può ammirare la  giocosità e la grazia nei movimenti, caratteristiche che li hanno resi un’attrazione a livello mondiale. È straordinario vederli “all’opera”, quando si alzano sulle zampe posteriori, oppure saltano con eleganza su preciso comando del proprio istruttore. E poi rimangono in attesa dello zuccherino, premio meritato per avere fatto nel migliore dei modi gli esercizi richiesti.

Per tutto l’anno sono possibili visite guidate di circa un’ora alle varie scuderie storiche, tra cui quella di Velbanca (la più antica), gite in carrozza lungo i viali alberati della tenuta per ammirare i cavalli al pascolo ed assaporare le atmosfere di un mondo passato, passeggiate rilassanti fino a  Graščina, il nucleo storico dell’allevamento, con tappe ulteriori ai Musei del Lipizzano e delle Carrozze d’Epoca, alla Casa Carsica ed alla Cappella di Sant’Antonio da Padova.

Uno degli eventi più interessati è “La favola di Lipica” uno spettacolo emozionante di un’ora  dove cavalli e cavalieri danno il meglio di sé per narrare la storia, incredibile, di questo allevamento, dove rimane da sempre fondamentale il rapporto di fiducia e collaborazione dei bianchi cavalli con i loro cavalieri. Uno spettacolo assolutamente da non perdere. Da maggio ad ottobre lo spettacolo è in programma il martedì, venerdì e domenica con inizio alle 15. In luglio, agosto e settembre le rappresentazioni settimanali diventano quattro con l’aggiunta del sabato, sempre a partire dalle 15. I prossimi appuntamenti di dicembre sono in calendario per il 26 (per questo giorno, l’ingresso è gratuito, in quanto Santo Stefano è il patrono di cavalli, cavalieri e cocchieri) ed il 29  e poi l’1 e 5 gennaio 2020.

Esperienze enogastronomiche da vivere e raccontare

Un proverbio sloveno dice che “l’amore passa per lo stomaco…” ed in effetti è facile innamorarsi della Slovenia anche grazie alla sua cucina, che viaggia in abbinamento con ottimi vini. Un intreccio di sapori che risente molto della sua posizione geografica. Qui eccellono selvaggina ed agnello, salumi, tra cui il prosciutto del Carso tutelato dal marchio IGP e la pancetta e la coppa di maiale, ottimi formaggi ed il Terrano, un vino secco dal colore rosso rubino che nel Carso viene abbinato sempre al prosciutto e salumi vari. Qualcuno addirittura sostiene che il Terrano  ed il prosciutto del Carso stagionato sulla Bora siano la coppia più bella del mondo.

Per assaggiare le tipicità carsiche non c’è che l’imbarazzo della scelta. Ci sono una infinità di ristoranti, trattorie ed agriturismi che propongono tanti piatti interessanti.

A Sežana, a pochi chilometri da Lipica, si può fare una sosta gustosa alla Gostilna Skok (www.gostilna-skok.com), un agriturismo di buona qualità di proprietà della famiglia Skok che propone una cucina tipica e genuina. Il menù cambia ogni tre settimane. La quasi totalità delle verdure utilizzate arriva dal loro orto. I formaggi li acquistano da una fattoria vicina.

All’interno del centro visite delle Grotte di San Canziano, si può fare una tappa gustosa nel Restavracija Ambrožič (www.restavracija-ambrozic.si), un ristorante che propone una interessante selezione di specialità slovene. Il ristorante dispone di 150 posti a sedere, nel periodo estivo si può mangiare anche in giardino. La struttura è aperta tutto l’anno: da giugno a settembre, dal lunedì alla domenica, dalle 9 alle 18,30. In inverno ed in primavera l’orario di apertura è leggermente diverso.

Il percorso di scoperta delle specialità slovene può continuare con i vini. Fra i produttori si può fare tappa alla Cantina Širca Kodrič (www.sirca-kodric.si/it), a pochi chilometri da Dutovlje, lungo la Strada del vino, che collega una ottantina di cantine, dove si possono gustare ed acquistare vari tipi di vini tra cui il famoso Terrano, la Malvasia, il Cabernet Sauvignon e la Jerina una interessante cuvee composta da Terrano, Cabernet Sauvignon e Merlot.

Ultima tappa all’Agriturismo Pri Filetu (www.tk-file.si), nelle immediate vicinanze di Kozina, su una collina a 625 metri di altitudine, con vista sul mare. Oltre ad un buon ristorante si sono anche sette camere per un totale di 20 posti letto. Il titolare Franc Jelušič, che gestisce  l’agriturismo, assieme alla moglie Sonia, si diletta nella produzione di ottime grappe (tra cui quella al ginepro) e del buon gin, che sono assolutamente da degustare nella sala attrezzata riscaldata dal grande camino. Franc propone in degustazione tutta la sua produzione e, se poi, si vuole acquistare qualche bottiglia, i prezzi sono molto buoni.

Dove pernottare: si può provare l’Hotel & Casinò Resort Admiral   (www.admiral.si/it/mediteran-kozina) a Kozina, una località slovena situata in modo ideale nell’area di confine tra Italia, Slovenia e Croazia.

 Ulteriori info sul Carso sloveno: www.visitkras.info.

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