Premio Oleario Pomea d’Oro, l’azienda agricola Il Pianzio di Galzignano Terme vince l’edizione numero 26

Premio Oleario Pomea d’Oro, l’azienda agricola Il Pianzio di Galzignano Terme vince l’edizione numero 26

Tra i 50 produttori partecipanti si è imposto un monocultivar Rasara in ragione della complessità dei valori sensoriali riscontrati all’olfatto – con aromi di carciofo, pomodoro, mandorle, erba appena falciata – e al gusto – amaro, dolce e piccante

Sì è tenuta ieri sera, giovedì 9 maggio, presso l’Agriturismo La casa in campagna di Torreglia la 26esima edizione del Premio Oleario Pomea d’oro, il premio istituito dal Comune di Galzignano Terme, in sinergia con il Parco Regionale dei Colli Euganei, la Provincia di Padova e Aipo Verona con il coinvolgimento di 9 comuni euganei per la valorizzazione dell’olio extravergine dei Colli padovani.


Un appuntamento che ogni anno conferma l’importanza e il prestigio di questa produzione, mettendo in luce il lavoro e la passione degli agricoltori che con dedizione e impegno portano avanti una tradizione millenaria. L’ulivo, infatti, è presente sulle alture padovane da tempi antichi, qui su terreni vulcanici e in presenza di un particolare microclima ha trovato un proprio habitat, pur a latitudini settentrionali. Anzi, sono proprio queste caratteristiche che lo hanno reso l’extravergine euganeo un’eccellenza sul panorama oleario internazionale.


La qualità dell’olio euganeo sta proprio sulle colline – spiega il presidente della giuria del Concorso e tecnico dell’Associazione Interregionale Produttori Olivicoli (Aipo), Antonio Volani nel loro essere piantate in mezzo alla Pianura Padana, affacciate sul mare. L’escursione termica, tra il piano e le alture, apporta valori importanti nei contenuti organolettici. La percentuale di acido oleico, ad esempio, è tra le più alte d’Italia raggiungendo il 78% tra gli acidi essenziali, quando un altro olio nazionale si attesta attorno al 50%.

Se pensiamo che l’acido oleico nella tabella nutrizionale degli extravergine di oliva ha la più alta considerazione nel determinarne la qualità, è quello per intenderci che contribuisce al buon funzionamento del sistema cardiovascolare e mantiene a norma il colesterolo, diventa evidente che stiamo parlando di un grande prodotto. Altro punto di forza della produzione euganea sono le dimensioni.

L’area è tra le più piccole anche all’interno dello stesso Veneto: nell’area gardesana l’olivicoltura si estende su 1900 ettari, interessando 2200 produttori, le colline veronesi sono coperte per altri 1500 ettari, 600 a Treviso, 450 a Vicenza e a Padova, ossia sui Colli Euganei, parliamo di 400 ettari in mano 260 produttori.

Piccolissime aziende a conduzione famigliare, con al massimo 200 piante curate in modo quasi maniacale. Una cura che poi viene estesa nei frantoi, ne esistono solo quattro sugli Euganei, tutti dotati di macchinari nuovissimi e in continua revisione che intervengono nella frangitura appena dopo poche ore dalla raccolta delle olive, evitando ossidazioni o altre degradazioni della materia prima che inevitabilmente si ripercuoterebbero nel prodotto finale.

Solo in questo modo può essere tutelata la qualità delle cultivar, l’autoctona “Rasara” o “El Matosso”, il Frantoio o il Casaliva e quelle particolari caratteristiche dell’olio euganeo che si risolvono in uno straordinario equilibrio tra fruttato e piccante che ne è la nota più distintiva”.

Presidente della giuria del Concorso e tecnico dell’Associazione Interregionale Produttori Olivicoli (Aipo), Antonio Volani

Valori che sono stati riscontrati in tutti gli extravergine presentati al Premio Oleario Pomea d’Oro di quest’anno, ad ogni edizione sono circa una cinquantina i produttori che decidono di iscrivere il proprio olio e sottoporlo al giudizio di un panel di esperti degustatori. Ma è stato quello prodotto dall’azienda agricola il Pianzio di Galzignano a mettere tutti d’accordo, in ragione della complessità dei valori sensoriali riscontrati all’olfatto – con aromi di carciofo, pomodoro, mandorle, erba appena falciata – e al gusto – amaro, dolce e piccante.


La premiazione è stata un momento di grande festa e di orgoglio per tutti i presenti, che hanno potuto assaporare la qualità indiscutibile degli oli partecipanti grazie alla degustazione organizzata in occasione della serata. Oltre alla categoria principale, sono stati premiati anche il secondo e il terzo classificato, rispettivamente l’azienda agricola La Pisana di Arquà Petrarca e l’azienda agricola Flavio Bianco di Galzignano Terme, che hanno dimostrato di essere all’altezza della concorrenza con i loro prodotti di altissima qualità.


Alle tre aziende, dunque, è stato assegnato l’attestato e la targa del Premio, mentre a tutti i partecipanti è stata rilasciata una scheda con i valori chimici e sensoriali del proprio olio, che ogni azienda potrà utilizzare anche come strumento promozionale.


La zona di produzione di questo straordinario olio – ha spiegato il sindaco di Galzignano Terme, capofila del Premio, Riccardo Masinè rigorosamente delimitata ai Comuni di Arquà Petrarca, Baone, Cinto Euganeo, Lozzo Atestino, Teolo, Torreglia, Rovolon, Vo’ e ovviamente Galzignano Terme. L’impegno che vede tutte le nostre amministrazioni comunali coinvolte è quello di valorizzare questa eccellenza alimentare anche al di fuori del territorio. Il Premio Oleario Pomea d’Oro è nato proprio per questo e diventando, lungo i suoi vent’anni e più di storia, uno dei test più autorevoli delle produzioni dei nostri agricoltori ha confermato una progressiva crescita nella qualità delle produzioni, indicando e confermando quella via tutta euganea che porta oggi il nostro olio ad essere tra i migliori d’Italia”.

Sindaco di Galzignano Terme, Riccardo Masin

La produzione olearia è una delle numerose eccellenze che possiamo vantare in Veneto – ha sottolineato l’assessore allo Sviluppo economico del Veneto, Roberto Marcato, presente alla serata di premiazione – stiamo parlando di un settore in crescita come dimostrano i circa 40 frantoi attivi e gli oltre 5mila ettari di terreno destinati a oliveto. Numeri in continua crescita, a testimonianza dell’interesse che le aziende venete stanno riservando a questo tipo di coltivazione e alla conseguente produzione olearia. Risultati di assoluto rilievo che dimostrano ancora una volta la grande capacità dei nostri straordinari imprenditori capaci di coniugare qualità e territorio. Possiamo parlare a tutti gli effetti di un circolo virtuoso che rappresenta un esempio di sviluppo economico basato sulla valorizzazione della nostra Regione”.

Assessore allo Sviluppo economico del Veneto, Roberto Marcato

Il Premio Oleario Pomea D’oro per il miglior olio extravergine dei Colli Euganei – ha concluso Alessandro Frizzarin, Presidente del Parco regionale dei Colli Euganei – ci permette di sottolineare l’impegno costante dell’Ente Parco nella valorizzazione delle eccellenze locali. L’obiettivo primario rimane la promozione e la salvaguardia del territorio, la passione e l’impegno dei nostri produttori locali sono un vero tesoro da preservare e valorizzare. Continuiamo a promuovere la sostenibilità e l’eccellenza nel rispetto di questa terra straordinaria, rimanendo focalizzati sull’obiettivo che ci permetterà di ottenere la prestigiosa certificazione MAB UNESCO.

L’olivicoltura euganea può ancora crescere in accoppiata con la viticoltura

Intervista ad Antonio Volani di Aipo Verona, presidente della giuria del Premio Oleario Pomea d’Oro

L’area euganea rientra nella Dop Veneto insieme alla “Veneto Valpolicella” ai Colli Berici e alla “Veneto del Grappa” e abbiamo chiesto a ad Antonio Volani di Aipo, ossia l’Associazione Interregionale Produttori Olivicoli (AIPO Verona), di darci qualche informazione sul mercato dell’extravergine padovano.

Che futuro può avere olivicoltura sui Colli Euganei?
Viste le premesse direi che può diventare una coltivazione importante per molte aziende che oggi non l’abbracciano”.

Quali sono le aziende agricole che potrebbero proporsi?

Ritengo che le vitivinicole potrebbero essere le più indicate, quella dell’olivo è una coltura affine: servono le stesse accortezze nel campo e nella trasformazione per ottenere qualità”.

Non c’è il rischio che invece il mondo enologico fagociti quello dell’olio?

Se dovessimo metterla su un rapporto numerico il rischio c’è, da un ettaro di vigne si ottengono 65 quintali di vino, dallo stesso ettaro coltivato ad oliveto solo 6 quintali di extravergine. Ma l’extravergine euganeo è tra i più quotati dal mercato, se un extravergine di Bari si aggira sui 5 euro, l’euganeo raggiunge i 20. Inol-tre il prezzo è molto più stabile di quello del vino, meno soggetto alle mode: tra qualche anno non sapremo che vino berremo, ma sulle tavole continuerà ad esserci l’olio di oliva. Direi, appunto, che olivicoltura può compensare e sostenere tutti quei punti deboli che sono del vitivinicolo. Poi parlando di una zona turistica, come quella euganea, i turisti che comprano il vino di solito cercano anche l’olio, potrebbe essere un modo per diversificare l’offerta e le possibilità di guadagno”.

Vittorio Selmin, 1° Classificato della 26esima edizione del Premio Oleario Pomea d’Oro