Nove borghi, nove modi diversi di vivere una terra, una regione, una cultura. Nove borghi ma un’unica rete, quella delle Comunità Ospitali di Calabria, la nuova esperienza di co-progettazione nata dalla collaborazione fra BAI – Borghi Autentici d’Italia e Regione Calabria con la partecipazione di Legacoop e che coinvolge amministrazioni locali, realtà associative, operatori del comparto turistico, soggetti del terzo settore e cittadini.
Un nuovo modo di vivere il territorio, seguendo una filosofia innovativa di accoglienza: di questo si è parlato lo scorso giovedì 29 febbraio nella sede della Regione Calabria nel corso del convegno dal titolo “Un’altra idea di stare. La Rete delle Comunità ospitali di Calabria”. Un percorso di rigenerazione sociale che mira a valorizzare il patrimonio materiale e immateriale del territorio, per inventare nuove forme di attrattività, lontane dalle logiche del turismo predatorio.
E quale regione d’Italia poteva essere più adatta a lanciare questo nuovo modello d’accoglienza della Calabria, una terra nel quale l’accoglienza del visitatore è tradizione sacra sin dal tempo dei tempi? Accogliere, attrarre, ma anche trattenere: è con la rete delle Comunità Ospitali di Calabria che i borghi diventano luoghi da vivere nel quotidiano. Non più semplici panorami da cartolina, ma comunità capaci di trattenere i cittadini residenti e di accogliere quelli temporanei, grazie ad azioni e iniziative che mettono al centro le persone, generando valore e stimolando la crescita economica e sociale del territorio.
«La Rete delle Comunità Ospitali della Calabria – spiega Rosanna Mazzia, presidente nazionale Borghi Autentici d’Italia e sindaco di Roseto Capo Spulico – rappresenta una progettualità all’avanguardia sul piano nazionale e sono doppiamente orgogliosa che tutto questo si stia concretizzando nella mia regione, nella mia terra. L’associazione Borghi Autentici d’Italia dimostra ancora una volta di essere un partner autorevole per i piccoli comuni italiani, soprattutto nella creazione di percorsi di rete che puntano alla valorizzazione delle autenticità territoriali e delle loro Comunità. Attraverso la costruzione della rete delle Comunità Ospitali della Calabria, progetto strategico per la nostra Associazione, vogliamo mettere a sistema il patrimonio materiale e immateriale dei Borghi, mettendo in correlazione la rigenerazione urbana e la “rigenerazione umana”. I nostri Borghi hanno bisogno di luoghi a misura di persona, dove poter sviluppare le proprie competenze in sinergia con le vocazioni naturali, sociali e culturali dei luoghi».
Nove, come detto, sono i borghi coinvolti nella rete delle Comunità Ospitali della Calabria, distribuiti fra le province di Catanzaro, Cosenza e Crotone. Si comincia con Melissa, il “borgo cantina” dove il vino diventa vettore di una comunità autentica, per poi proseguire con Gizzeria, il “borgo di Ligea”, luogo ottimale dove costruire un nuovo progetto di vita, Miglierina, il “borgo della luce”, che si distingue per la valorizzazione dell’ambiente locale, per la creatività e per l’accoglienza diffusa, Serrastretta, il “borgo della sedia” celebre per la valorizzazione della filiera del legno e per la qualità artigianale della sua falegnameria, Casali del Manco, il “borgo sano e plurale”, dove si respira l’aria più pulita d’Europa; Laino Castello, il “borgo tra storia e paesaggio” ricco di tracce delle antiche civiltà e percorsi di cultura, San Lorenzo Bellizzi, il “borgo dell’outdoor” famoso per la sua rete di turismo ospitale (e per il suo prosciutto), Canna, il “borgo della musica”, che qui diventa linguaggio universale di una comunità viva, e Roseto Capo Spulico, il “borgo delle (diverse) abilità” in cui l’identità locale viene rielaborata in senso inclusivo.
«La Calabria – sottolinea Emma Staine, assessore alle Politiche Sociali e ai Trasporti della Regione Calabria – è ricca di piccole comunità resilienti in grado di rappresentare un argine allo spopolamento delle aree interne e di offrire al visitatore cultura e bellezza. È fondamentale predisporre politiche attente ai beni ambientali e alle risorse naturali, che consentano la riscoperta di un turismo lento e legato ai territori. Solo così potremo garantire standard di qualità in linea con le aspettative di una domanda sempre più responsabile ed esigente, assicurando la valorizzazione di borghi, cultura, tradizioni e risorse, senza dimenticare che il significato più profondo dell’esperienza turistica è la capacità di stimolare la voglia di ripeterla».
«Creare reti di comunità – aggiunge Gianluca Gallo, assessore ad Agricoltura, Risorse Agroalimentari e Aree interne della Regione Calabria – significa preservare l’anima autentica della Calabria e dei suoi paesi. In questa direzione, a sostegno dei borghi, vanno le politiche in tema di aree interne, con strategie e obiettivi che puntano a fermare lo spopolamento e l’abbandono per restituire, attraverso la garanzia dei servizi primari e misure di crescita sostenibile, vitalità ed interesse a borghi che sono il cuore e l’essenza della nostra terra, per storia, tradizioni ed un futuro che, come la lunga stagione pandemica ha insegnato, qui è possibile, forse più che altrove».
Grande entusiasmo anche da parte di Franco Iacucci, Vicepresidente Consiglio regionale della Calabria che commenta: “La rete delle Comunità ospitali di Calabria è un progetto straordinario e unico nel panorama regionale ma anche nazionale, realizzato da nove comuni calabresi che hanno saputo fare rete, individuando le peculiarità di ogni singola comunità e trovando il modo di valorizzarla in un circuito di “insieme”. A queste amministrazioni va rivolto un sincero plauso per quanto messo in campo con creatività ed amore per il territorio. Sono stato sindaco di un piccolo borgo, Aiello Calabro, per tanti anni. So che è spesso una vera e propria vocazione!
Per questo ritengo che sarà senza dubbio un progetto di grande successo che aumenterà l’attrattività dei nostri borghi in un’ottica di turismo “diversa” dal solito. Più sostenibile, più esperienziale, più lento nella frenesia del mondo moderno. Un progetto che punta proprio su una delle caratteristiche principali della Calabria: l’ospitalità, l’accoglienza. Quel modo tutto calabrese di trattare il turista come un amico, come un parente. La rete delle Comunità Ospitali di Calabria è un’esperienza di co-progettazione che coinvolge amministrazioni locali, realtà associative, soggetti del terzo settore e cittadini.
È un percorso collettivo e questo è un altro vantaggio perché tutti sono chiamati a dare un apporto fattivo e concreto: i cittadini saranno i primi “sponsor” del loro territorio. Per chi verrà in Calabria, dunque, un’esperienza unica. Il turista potrà visitare il borgo Cantina per assaggiare la straordinaria produzione enologica del territorio, il borgo della Luce per appassionarsi alla valorizzazione ambientale, oppure scegliere la Musica, la Storia, il Paesaggio. Dunque, per citare il sito Borghi Autentici, anche la Calabria è pronta “ad accogliere i viaggiatori che non si accontentano di visitare un territorio ma cercano di conoscerne l’anima”.
A sua volta Pietro Raso, Componente Commissione Attività Sociali, Culturali e Formative dichiara “La Calabria è una terra ricca di storia, tradizioni, cultura, enogastronomia, arte, bellezze artistiche, naturalistiche e ambientali ma al contempo una terra ospitale dove il senso di comunità è importante. Il progetto dei Borghi della Calabria sta offrendo la possibilità a molti territori di valorizzarli e al contempo di riqualificarli con l’obiettivo di creare nuove opportunità di crescita per i residenti e per gli operatori economici, anche sotto il profilo dell’offerta turistica. Importantissimo e prezioso al successo di questi progetti è il contributo dell’Associazione Borghi Autentici d’Italia, attraverso la costituzione della Rete delle Comunità Ospitali di Calabria che coinvolge nove borghi autentici calabresi per la costruzione di un’unica destinazione regionale”.
Per Pietro Santo Molinaro, Componente Commissione Turismo i risultati del progetto della Rete delle Comunità Ospitali sono una fulgida testimonianza della necessità di riconoscere e sostenere il protagonismo delle comunità locali. “Per questo motivo – afferma – mi sono fatto promotore di una iniziativa legislativa per il riconoscimento delle Cooperative di comunità nella nostra regione”.
La rete delle Comunità Ospitali di Calabria è il frutto di un lungo processo di istruttoria durato per tutto il 2023, istruttoria che ha compreso laboratori, momenti di approfondimento e di contestualizzazione del senso della comunità ospitale, sopralluoghi da parte di esperti del comparto, realizzazione di smart guides, percorsi formativi e informativi concepiti con l’obiettivo di sperimentare un modello di economia ancorata alle esigenze di crescita dei territori come ad esempio la “cooperativa di comunità”.
“Negli ultimi anni, i cittadini hanno iniziato a reagire all’abbandono della propria comunità, – spiega a riguardo Paolo Scaramuccia, Responsabile Sviluppo locale e cooperative di comunità Legacoop – dando vita a processi di rigenerazione e sviluppo locale per tenerla viva e generare valore sociale ed economico, in particolare nelle zone dove sono più evidenti le carenze dello Stato e del mercato nel soddisfare i bisogni dei cittadini. Le esperienze positive in Calabria e le cooperative di comunità illustrano un nuovo modo di stare insieme, basato su condivisione, inclusione e partecipazione democratica. Legacoop da anni è impegnata nei processi di sviluppo locale con modelli di innovazione sociale che coinvolgono le comunità e dialogano con le amministrazioni adottando strumenti partecipativi e di co-progettazione. Con Borghi Autentici d’Italia condividiamo strategie e lavoro quotidiano sui territori per sostenere la nascita e la crescita di realtà come queste”.
Il risultato è una rete di comunità ospitali accomunate tra loro non solo da un insieme di valori condivisi ma anche dai medesimi strumenti di sviluppo. Un modello nuovo, ma dalle radici affondate nella tradizione e dal cuore antico, di concepire una comunità come luogo dove vivere – per un tempo che può essere breve oppure lunghissimo – un’esperienza autentica. E dove al tempo stesso sentirsi parte di un modo di vivere il territorio, di fruire di spazi comuni, che ancora oggi ribadisce le proprie ragioni di essere.
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