A Palazzo Roverella, gli ultimi giorni per riscoprire Renoir: l’impressionista innamorato dei classici

A Palazzo Roverella, gli ultimi giorni per riscoprire Renoir: l’impressionista innamorato dei classici

Rendendo omaggio alla vasta produzione artistica -custodita a Palazzo Roverella- del celeberrimo pittore Renoir, all’anagrafe Pierre-Auguste Renoir (Limoges 1841- Cagnes-sur-Mer 1919), per i profani che l’arte ignorano, tra i maggiori interpreti della scuola impressionista parigina, non sfugge all’occhio del visitatore l’evoluzione dell’artista, la capacità del maestro di influenzare il presente prendendo spunto dal passato. Indubbia è la sua appartenenza, nel periodo d’espansione della pittura en plein air, al folto gruppo d’artisti alla ricerca di novità, di colori sfumati, di luce naturale, di movimento libero e mondanità.

La Seine à Argenteuil par Auguste Renoir

Ovvero a quelle attività poco considerate sino a quel momento dall’aristocrazia e dagli artisti, che per secoli predilessero la sacralità dei soggetti dipinti e le raffigurazioni storiche, ma che invece trovarono terreno fertile nel ceto borghese, che durante la breve ma luminosissima parentesi impressionista (1860-1880) andava affermandosi in tutta Europa a discapito degli antichi casati; si cadrebbe infatti in errore includendo Renoir in una categoria differente da quella di coloro che si interessarono alla “bellezza dell’ordinario”. Tuttavia, rispetto ad altri suoi contemporanei, quel che non si può ignorare è il desiderio, l’intuizione di Renoir di lasciarsi ispirare dal passato, facendo maturare la propria pittura introducendo alcuni aspetti appartenenti alla classicità. Un tentativo che, com’è possibile intuire nella mostra, possiamo definire perfettamente riuscito.

Nu au fauteuil, 1900, Zurigo, Kunsthaus.

Il lungo viaggio in Italia

È proprio tra il 1881e 1882 che il pittore, intuendo il compiersi del ciclo impressionistico, decide consapevolmente di viaggiare lungo la penisola. Un programma di viaggio ampio, che lo conduce a visitare i luoghi simbolo dell’arte italiana (Venezia, Firenze, Roma, Napoli, Palermo in particolare) e che lo stimola a produrre, ad evolvere la sua tecnica pittorica. Le forme, volutamente non rispettate in precedenza, riprendono vigore nei dipinti, i colori e le figure umane, in particolare i volti e l’epidermide dei corpi son resi nitidi, i nudi intensificano la natura che l’onnipresente luce impressionista illumina. Uno sguardo al passato d’importanza vitale per il pittore, tuttavia meno conosciuto rispetto al suo precedente periodo, che rappresenta un notevole cambiamento nel suo modus operandi, e che certifica l’interesse di Renoir di maturare. Un rinnovamento complesso, non riuscito ad altri suoi coetanei, i quali hanno invece proseguito a dipingere con la stessa tecnica pittorica. Certamente, i motivi classici dei grandi maestri italiani dimostrano anche in questo caso la loro importanza, anticipando il ritorno all’ordine che caratterizzerà i primi anni del Novecento.

Arturo Tosi, Vaso di Fiori, 1946, Collezione Banco BPM.

L’ultima settimana di Renoir al Roverella

Nell’ultima settimana in cui sarà possibile visitare la mostra presente al Palazzo Roverella di Rovigo, domenica 25 giugno sarà infatti la data di chiusura, già si assapora il successo della manifestazione. Inaugurata il 25 febbraio, “L’alba di un nuovo Classicismo” ha infatti avuto un’affluenza che ha superato le attese. L’intento di far scoprire ai visitatori la seconda vita pittorica di Renoir, spiegando in modo chiaro e interattivo i diversi passaggi che hanno contraddistinto l’operato del maestro, e in contemporanea facendo scoprire le opere dei pittori italiani che hanno contribuito a portare nella penisola la cultura en plein air, ha conseguito degli ottimi risultati.

Femme s’essuyant, 1912 – 1924, Winterthur, Kunst Museum.

I curatori si sono infatti prodigati per far comprendere ai visitatori le diverse fasi della sua trasformazione artistica: ed ecco Renoir impressionista a Parigi, lungo gli argini della Senna e negli affollati parchi cittadini; l’amore per le figure femminili, Aline in primis, e per i fiori, fonte inesauribile d’ispirazione per il pittore. Un viaggio ricco di colori e sfumature all’interno di una mostra che, oltre a tendere la mano agli amanti dell’arte impressionista, getta le basi per un rinnovato interesse per il classicismo. Un evento reso possibile grazie alla partecipazione di numerosi attori quali la Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, Banca Intesa Sanpaolo, la giunta comunale, Silvana Editoriale, e ricco di servizi per rendere accessibile a chiunque le stanze. In quest’ultima settimana d’apertura, invitiamo tutti gli interessati a consultare il sito ufficiale della mostra per non mancare all’appuntamento www.palazzoroverella.com.