Una passione che inizia già dall’infanzia quella del Sig. Dall’Agata per le auto d’epoca. Fu infatti sfogliando le pagine della celebre rivista QUATTRORUOTE ‒ i cui primi numeri conserva ancora gelosamente ‒ che Franco poté appassionarsi al mondo dei motori. Un interesse che ha saputo coltivare «senza fretta; pian, piano e felicemente», seguendo le orme dei grandi collezionisti inglesi, i quali furono i primi a creare una vera e propria cultura dei veicoli storici e ad ispirare le sue scelte da collezionista.
Imprenditore originario del ravennate specializzato nel settore delle piattaforme estrattive, Franco Dall’Agata è da più di trent’anni che alimenta la sua passione per le auto d’epoca. Tra le numerose vetture che possiede, e che ha potuto restaurare nel corso della sua vita, due sono appunto delle Jaguar. Apprezzate dai regnanti inglesi, simbolo di eleganza, di nobiltà e avanguardia, per il Sig. Dall’Agata dedicare molte energie al loro restauro è sinonimo di tempo ben speso, di rispetto delle tradizioni; un atto che è anche un dovere per gli amanti della bellezza e per una casa automobilistica che da molti viene definita come la “Ferrari delle linee”. Non a caso, fu Enzo Ferrari in persona a definire la famosa Jaguar E Type la «macchina più bella al mondo» nel momento in cui ebbe modo di osservarla e prenderne spunto per la fabbricazione dei suoi veicoli.
Jaguar SS 100 1936
Acquistata a Brescia da un venditore che riuscì a farla espatriare dagli Stati Uniti, la SS 100 (in cui la sigla numerica indica le miglia orarie che è in grado di raggiungere) rappresenta un punto d’arrivo per i collezionisti che desiderano possedere una vettura in grado di rappresentare lo stile e la forza delle automobili degli anni Trenta. Questa Jaguar è infatti un’auto sulla quale è impossibile rimanere inosservati data la sua mole e l’inconfondibile stile retrò. Essa attirò per la prima volta le attenzioni di Franco durante una visita al Technoseum di Mannheim, e, dopo che l’ebbe acquistata, lo coinvolse in un lungo e meticoloso restauro durato ben tre anni al quale partecipò anche un restauratore suo amico «senza il cui aiuto sarebbe stato impossibile rimetterla in moto». Una macchina che soddisfa pienamente il suo proprietario nonostante sia ormai prossima al secolo di vita e che dona ancora delle emozioni uniche.
Jaguar Escape 150 1958
Dal tratto sicuramente più morbido rispetto alla precedente, la Escape color bordò che tanto attira gli sguardi dei curiosi che le si accostano rappresenta un inno alla bellezza della casa del giaguaro. Acquistata a Cesena da un socio dedito al collezionismo, è soprattutto con questa vettura che il Sig. Dall’Agata ha partecipato a numerosi concorsi di eleganza, raduni di jaguaristi, rievocazioni storiche e alla corsa annuale che si disputa nel circuito di Savio, un evento quest’ultimo che ha sempre appassionato Franco per la sua particolare storia. Nel biennio 1923-24 Enzo Ferrari ebbe infatti modo di prender parte al trofeo automobilistico di Savio, di cui oggi, appunto, si commemora l’evento, e di entrare in contatto per la prima volta con il celeberrimo stemma del “Cavallino Rampante”. Un “amuleto” sacro per gli amanti dei motori, che venne dato in regalo al costruttore modenese sottoforma di medaglietta dalla madre di Francesco Baracca, pioniere dell’aeronautica, nonché eroe della Grande Guerra. Una storia “nella storia” è quindi ciò che lega il proprietario alla sua Jaguar Escape, il quale non esita a definirsi «fortunato» di possederla.