Chiunque si sia immerso negli studi classici o per passione si sia trovato di fronte il mondo greco-latino, almeno una volta nella vita avrà fantasticato sull’antica Roma, sulle età che la storia narra dalle pagine di una letteratura secolare, tramandata con cura e rispetto fino a questo tempo.
Sedendoci sui banchi di scuola traduciamo prosa e versi che risvegliano in noi il desiderio di capire appieno la società, gli usi e i costumi dei popoli che li hanno prodotti, appassionandoci alle sfumature di una realtà al contempo vicina e lontana, familiare e distante. Un ossimoro tra punti di contatto e marcate divergenze, che non manca mai d’affascinare.
L’Eterno Ritorno, ultimo romanzo dell’autore vicentino Nereo Maggiani, gioca su questa fascinazione rendendola tangibile, concreta, apprezzabile nella quotidianità di un enologo di nome Rolando: scrittore nel tempo libero, il protagonista della vicenda attraversa un momento d’impasse creativa, che una sorprendente apparizione trasforma in un’imperdibile occasione di erudizione.
Il ritratto di una matrona
L’apparizione in questione giunge a bussare alla sua porta con la dignità di una nobildonna, presentandosi come Terenzia, la prima moglie dell’oratore arpinate Marco Tullio Cicerone. Definire una persona a partire dal consorte, tuttavia, è un modo per soffocarne l’autonomia, ridurne l’identità ad un accessorio felicemente abbinato ad una diversa biografia.
E questo, Terenzia, non lo merita affatto.
Sposa diciannovenne del grande intellettuale, gli resta legata per un trentennio con fedeltà e spirito di sacrificio, attraversando con lui i momenti peggiori del suo cursus honorum. Cicerone le mostra inizialmente una stima attestata dall’epistolario rimastoci, ma lentamente comincia a lanciare verso di lei accuse sempre più aspre, che lo porteranno a rompere il legame matrimoniale.
Ed è da queste ultime, inviperite accuse che Terenzia chiede d’essere difesa, invitando Rolando a seguirla nella sua terra natia: la Roma dell’8 d.C.
Una bellezza senza tempo
La Storia dimentica di portare alla nostra attenzione i personaggi secondari che l’hanno scritta, con il loro operato, non meno dei primari: senza il loro aiuto, infatti, questi ultimi sarebbero stati probabilmente inghiottiti dal tempo anch’essi.
L’Eterno Ritorno vuole sottrarre da quest’abbraccio del dimenticatoio almeno una figura, invitandoci a pensare a tutte le altre su cui ancora non è stato scritto alcun romanzo: anzi, a tutte le anime di cui non ci rimane neppure il nome o la notizia, rapita dalle sabbie del tempo.
Allo stesso tempo, in una conclusione dal sapore filosofico, il libro offre uno spunto di riflessione su una forma d’immortalità che ha un’eco shakesperiana, di cui il lettore potrà, a suo piacimento, appropriarsi.
Dallo stesso autore:
- Il Viaggio del Coniglio, storia vera di un ragazzo fattosi uomo attraversando l’Africa e l’Italia;
- La Filosofia del Barattolo, il romanzo di formazione di un certo Felice, incappato un giorno in una quotidiana ma illuminante sciagura domestica.