Intervista con lo chef Marino D’Antonio 1/2

Intervista con lo chef Marino D’Antonio 1/2

Nato in un piccolo comune lombardo della Valle di San Martino, Marino D’Antonio abita attualmente nella capitale cinese, dov’è culinary director presso il ristorante Giada Garden, situato al terzo piano del lussuosissimo China World Hotel.
Aperto il 5 marzo dell’anno scorso, il ristorante s’incastona in uno spazio commerciale di quasi mille metri quadri dedicato al fashion brand creato da Rosanna Daolio, dove l’alta moda si affianca all’alta cucina.

Creazione di Marino D'Antonio
Una delle creazioni dello chef D’Antonio

In quest’intervista, divisa per comodità in due parti, ripercorreremo le tappe che hanno portato Marino e la sua cucina nella terra del Dragone, partendo dai suoi primi passi verso la professione di chef.

Come prima cosa, mi piacerebbe sapere che cosa ti ha spinto a scegliere questa carriera. Cosa ti ha affascinato della cucina? Quando hai scoperto che sarebbe stata la tua passione?

Tutto è cominciato molto presto: quando ero bambino spesso andavo a curiosare nella cucina del ristorante di mia zia, poco distante da casa. Sembrava tutto un gioco, ma con il passare degli anni ho iniziato a prenderlo sul serio e ad aiutare con la preparazione dei piatti nei fine settimana.

Una delle figure che mi appassionavano di più era quella dello chef, Paolo, un omone di oltre un metro e novanta con un’immensa barba nera! Lavoravo lì insieme ad un gruppo di ragazzi e ragazze molto affiatati tra loro, mi sentivo parte di qualcosa di importante e questo mi dava una bella sensazione.

Creazione dello chef Marino D'Antonio

Quando ho terminato le scuole medie i miei genitori mi hanno chiesto quale scuola avessi intenzione di scegliere: ho subito pensato a quella sensazione e ho indicato loro l’Istituto Alberghiero San Pellegrino.

Qual è stata la tua prima soddisfazione professionale? Ce ne sono state molte nel corso della tua carriera, ma una ti sarà rimasta nel cuore.

Era la prima estate che vivevo in Francia, a Toulouse. Ho avuto il piacere di preparare una pasta all’Amatriciana per una signora del luogo che la voleva autentica! Mi disse che era la più buona che avesse mai mangiato e addirittura mi abbracciò per la gioia: ricordo sempre con piacere quel momento.

Torniamo un momento in Italia: quali sono state le esperienze più significative maturate nel Bel Paese?

Le mie esperienze in Italia sono state tutte fondamentali per la mia crescita professionale, a partire dal periodo trascorso all’interno del ristorante di mia zia, ora Pizzeria Ristorante Tonallo. Ho continuato a cucinare presso hotel della riviera romagnola e di montagna, lavorando con grandi professionisti e veri e propri maestri, tra cui Luciano Tona, che mi ha dato un’opportunità in un momento per me particolare.

Creazione dello chef Marino D'Antonio
Ero senza lavoro e quel momento è stato per me una svolta: mi ha dato un posto nel suo stupendo ristorantino stellato, La Fermata. All’epoca Luciano era il Direttore della Scuola ALMA di Gualtiero Marchesi, mi ha trasmesso tutte le sue conoscenze. Grazie a lui ho capito l’importanza di scegliere ingredienti di qualità e il valore della semplicità nelle preparazioni, è stato davvero un mentore per me.

Quali sono state, invece, le tue prime esperienze all’estero? Come hai iniziato a viaggiare?

Dopo la scuola sono stato a Londra due anni, poi a Tolosa e brevemente in Russia, per la precisione a Mosca, al Vogue Café. Ho trascorso del tempo sulle navi da crociera, lavorando in particolare con la Silversea, una delle compagnie più lussuose al mondo.
Dopo questi viaggi sono approdato in Cina, dove ho lavorato con Swire Hotel dal 2008 al 2012. Ho consciuto Umberto Bombana e con lui ho lavorato per 7 anni, un po’ ad Hong Kong e un po’ a Pechino, dove ho aperto per lui Opera Bombana, una delle nove Stelle Michelin parte del gruppo Lai Sun Dining.

Creazione di M. D'Antonio

Dopo questa bellissima avventura sono tornato con Swire Hotels a Shangahi per 2 anni ed infine di nuovo a Pechino, con Giada Garden, dove mi trovo tutt’ora.


Lo chef D’Antonio è anche un divulgatore della cultura culinaria nostrana, con il suo libro “Come to discover Italian Cuisine”, scritto a quattro mani con la moglie cinese.

In cucina con lo chef


Le immagini incluse nell’articolo sono fotografie
delle meravigliose creazioni dello chef D’Antonio.
La seconda parte dell’intervista verrà pubblicata
su Venezia e Dintorni il prossimo giovedì!