Alla scoperta di MarSEC – Marana Space Explorer Center

Alla scoperta di MarSEC – Marana Space Explorer Center

A Marana di Crespadoro, in provincia di Vicenza, sorge un complesso di studio e di ricerca in cui da almeno tredici anni è vivace l’interesse per la divulgazione scientifica.

Esteso su una superficie di 400 metri quadri, il sito è immerso nella natura, letteralmente: non solo il panorama circostante è incontaminato, tanto da consentire di vedere la Via Lattea nelle ore notturne, ma all’interno dell’edificio è anche possibile imboccare un “tunnel del tempo” dove l’astronomia incontra la geologia, all’interno di due cavità carsiche battezzate “La Porta dell’Ade” e “Castore e Polluce”.

MarSEC - sezione geologica
Alcuni fossili in esposizione: nella teca, compaiono anche alcune raccolte di concrezioni trovate già naturalmente distaccate dalla loro sede naturale.

Le due grotte, situate al di sotto del lato nord della struttura, sono state rilevate, censite ed esplorate dal Club Speleologico Proteo nel corso del 2017; momentaneamente, a causa degli spazi ristretti e della pandemia, sono chiuse al pubblico.

L’associazione “Cieli Perduti”

Nata a Valdagno nel 1999, l’associazione raduna astrofili e appassionati pronti a dar vita a numerosi progetti: per citarne uno, nel 2002 si costituisce il GRAV – Gruppo Astrofili Variabilisti, dedicato alla fotometria delle stelle variabili, qui studiata tramite il telescopio Ritchey-Chrétien della ditta “Officina Stellare” di Thiene.
Il GRAV ha individuato diciannove stelle prima non note, battezzate MarSEC_V1-V19, in onore del nuovo nome preso dall’associazione quattro anni fa.

All’interno della seconda cupola dell’Osservatorio, dedicata alle attività didattiche, è presente un secondo telescopio RCT, a disposizione di gruppi e scolaresche. Per novembre, ancora non sono programmate osservazioni: è tuttavia possibile partecipare ad una serie di eventi ad ingresso gratuito (al termine della visita, è possibile lasciare un’offerta libera).

MarSEC
Il complesso visto dall’esterno: le due cupole sono battezzate rispettivamente in onore di Stephen Hawking (ricerca e studio) e Margherita Hack (didattica).

Il planetario

MarSEC è anche un piccolo cinema, aperto ad un pubblico di circa 45 persone (accessibile, al presente, tramite Green Pass): le proiezioni variano a seconda dell’evento previsto, ed hanno la particolarità di essere proiettate sulla volta di una cupola da 7,5 metri di diametro.

La prima tra le prossime proiezioni full-dome in calendario si svolgerà il giorno 7 novembre, in due diversi intervalli orari: dalle 11.00 alle 12.00 oppure tra le 14.30 e le 15.30. In quest’occasione, verrà proiettato il documentario Out There, incentrato sulle dinamiche della ricerca di pianeti extrasolari. Al termine del filmato, sarà possibile effettuare una visita guidata al museo dell’astronautica ospitato nella sala d’ingresso, divisa in tre spazi espositivi.

Le mostre

Il museo appena citato fa parte della “Museum and Informal Education Alliance” promossa dalla NASA: la MIE raduna 1300 musei statunitensi e 200 partner internazionali situati nel resto del mondo, di cui 3 presenti nella sola regione Veneto (oltre a MarSEC, il Planetario di Padova e quello di Legnago).

MarSEC

Il primo elemento su cui vengono puntati i riflettori è il “Mars Cube”, una riproduzione del sito d’atterraggio del rover Perseverance: il cratere Jezero, che fino a 3,5 miliardi d’anni fa avrebbe ospitato al suo interno un lago – una possibile culla di vita sul Pianeta Rosso.

In una seconda zona dell’allestimento, si ripercorre la storia dell’allunaggio, a partire dai suoi prodromi: dallo Sputnik allo Skylab, con un’esposizione di diorami, modellini e video inerenti all’intervallo di tempo tra 1957 e 1979.

Timeline della corsa allo spazio
Linea del tempo che va al lancio del primo satellite alla fine del progetto Skylab

Gli oggetti di maggior pregio che è possibile vedere in questa sezione espositiva sono le spille originali dei piloti sovietici, un ritaglio della pellicola americana utilizzata per fotografare il nostro satellite (il nr. 14 dei 30 esemplari esistenti al mondo di questa serie) e infine una porzione di medaglione coniato usando alcuni frammenti metallici tratti dal Columbia – il modulo di comando della missione Apollo 11 – e dall’Eagle – il modulo di atterraggio o LEM.

La terza e ultima sezione della mostra riguarda invece la missione OSIRIS-REx, che nell’ottobre scorso ha ottenuto un campione dell’asteroide Bennu e lo sta ora riportando verso la Terra (il rientro è previsto per il settembre del 2023).
L’obiettivo della sonda è quello di effettuare indagini più precise sulla natura dei NEO, acronimo per Near Earth Objects, oggetti “vicini” alla Terra. A questo proposito, si consideri che, secondo i calcoli disponibili, le probabilità che Bennu collida con il nostro pianeta sono inferiori allo 0.1%, in un intervallo di tempo distante più di un secolo dall’anno corrente.

Dallo spazio alla Terra

Prima di uscire, vale la pena soffermarsi ad osservare le opere realizzate per il concorso “L’arte dell’astronomia”, indetto durante il primo lockdown: a loro è dedicato un piccolo spazio espositivo che accompagna il visitatore di nuovo all’aperto.
Qui, il gentile panorama di Crespadoro accoglie nuovamente il turista, invitandolo a una rilassante camminata attraverso i pittoreschi scenari della Lessinia…

Lessinia

…Con la consapevolezza che lassù, oltre la nostra sottile atmosfera, c’è un intero universo che abbiamo appena cominciato a capire.

Immagini a cura dell’autrice