Edito da Caosfera nel novembre del 2020, il romanzo di Nereo Maggiani trasporta il lettore in un intrigo che si dipana serrato, chiudendosi intorno alla figura della Contessa che ne è la protagonista e l’io narrante.
Cleopatra Beatrice Loschi Angiolini – come forse suggerisce anche il peso del nome – è una donna decisa, dal piglio energico e pragmatico: eppure, le sue ferme certezze iniziano a vacillare sotto il peso degli eventi avversi che la coinvolgono, obbligandola a fare i conti con un tragico delitto.
L’inaspettato è dietro l’angolo sin dal primo giorno narrato dalla penna dell’autore, insieme ad un tocco di mistero: chi è l’uomo che cerca costantemente di mettere in guardia Cleo dai suoi nemici? E, se la donna è innocente, chi è l’assassino del povero Antonio Sosper?
Il dono del sangue freddo
Pur sospettata, messa alla gogna dalla stampa, incalzata da un persistente senso di pericolo e dallo spettro della solitudine, Cleopatra non sa abbandonarsi alla paura o allo sconforto: doma le proprie emozioni come fossero leoni in gabbia, sferzandole con ferrea determinazione e dimostrando di non essere disposta a lasciarsi sopraffare da nulla e da nessuno.
A testa alta di fronte alle autorità, la Contessa ha la pervicacia di un’edera rampicante: come unico sostegno, accetta l’aiuto di un uomo che non conosce, ma che la mette in guardia su coloro che la vogliono incastrare, consigliandola e facendosi sempre trovare nel posto giusto al momento giusto. Verrebbe quasi da considerarlo uno spirito guida: a tratti incorporeo, evanescente, immateriale come la coscienza, Egidio appare e scompare fra le righe della trama come un fantasma o un essere sovrannaturale, e solo giungendo all’epilogo si mostra come una figura in carne e ossa, finalmente disposta a rivelare il proprio segreto.
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Alcuni temi del romanzo
Oltre alla vena di giallo che scorre lungo le 192 pagine di Cleopatra, il retrogusto mistery che anima la vicenda invita a porsi domande sul valore dei sogni, sulla vita oltre la morte, sulla necessità di ascoltare l’istinto e riscoprire se stessi; la Contessa desidera venire a capo della verità sull’omicidio di Sosper, eppure ci sono ben altre verità che attendono di emergere dal suo stesso passato, con la forza di dirompenti, inaspettate rivelazioni.
La Cleo che si accomoda al tavolo del ristorante “Lo Storione” all’interno del primo capitolo del romanzo non è la stessa Cleo che sogguarda il ritratto di un’antenata al termine della narrazione: com’è accaduto anche in un altro romanzo di Maggiani – La Filosofia del Barattolo, che abbiamo già avuto modo di recensire – anche qui la vita della protagonista piega verso una svolta proprio all’ultimo capitolo, lasciando al lettore il compito di immaginare il significato che avrà per il suo futuro.
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Personaggi secondari, riflessioni comprimarie
Lungi dal vivere di rendita, pur essendo proprietaria di un palazzo e di una tenuta, la Contessa svolge la quotidiana mansione di responsabile commerciale in un’azienda che produce molle. Il lavoro, dunque, entra nella trama con tutto il suo carico di relazioni sociali, interdipendenze e dinamiche di potere, premendo contro gli sconvolgimenti dovuti alla morte violenta di un uomo con tutta la forza del motto “la vita va avanti”. I clienti aspettano, il tempo è tiranno (e fonte di denaro), per cui gli ingranaggi del meccanismo non accennano a fermarsi: ruotano in velocità, ben oliati, creando un netto contrasto con un altro tipo di ingranaggi – quelli della giustizia.
La lentezza burocratica che avvolge una denuncia, le cautele formali del linguaggio legale, le pause che sembrano quasi cristallizzare il procedere dell’indagine intorno alla sola Cleopatra sono tutti elementi che danno l’immagine di un mondo parallelo, in cui gli orologi sono clessidre accuratamente poggiate in orizzontale. Sarà la Contessa a rimetterle in piedi, facendo scorrere la sabbia del tempo da sé, insieme alla fragile e delicata Cornelia, sorella di Antonio e depositaria delle ultime, preziose memorie dell’ucciso.
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Buona lettura!
