I Colli Ritrovati

I Colli Ritrovati

La trachite degli Euganei è nota sin dai tempi antichi: il volume estrattivo del passato, tuttavia, non ha nulla a che vedere con il ritmo forsennato di estrazione a cui si giunge nei primi settant’anni del Novecento, con un picco che si registra nel secondo dopoguerra.

Il secolo che trascorre dal 1870 al 1970 dà in pasto la pietra delle colline vulcaniche alle necessità delle strade, della pavimentazione viaria e dell’edilizia; lo sfruttamento esteso di una risorsa così versatile trasforma il paesaggio, rendendo evidente l’insostenibilità di quel furto. C’è ancora chi ricorda le continue esplosioni di mine, il rumore, le violente scosse alla quiete di un panorama altrimenti idilliaco: per gli operai impiegati nell’attività, tuttavia, quella cacofonia era l’armonioso suono del lavoro che dava loro di che mangiare.

Di questo e di molto altro parla il testo illustrato “I Colli Ritrovati”, realizzato dalla Banca Patavina con gli interventi di Claudio Grandis, Toni Grossi, Antonio Mazzetti e Renato Malaman, che hanno illustrato all’interno del volume la bellezza di questo territorio: ferita, certo, ma non perduta.

 

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Un ambiente da proteggere

È del 1962 la fondazione del Consorzio di Valorizzazione dei Colli Euganei, che mira a implementare il turismo nella regione: meno di un trentennio prima si era già levata sul tema la voce del direttore del Museo Nazionale Atestino Adolfo Callegari, che il 14 giugno del 1936 consegna all’Accademia Patavina di Scienze, Lettere e Arti una memoria che ammonisce coloro che stanno sventrando gli Euganei senza alcun ritegno.

Associazioni culturali come Italia Nostra, nata proprio a metà degli anni ’50, si unirono al coro d’opposizione agli scavi e ai cementifici, contribuendo a creare il clima adatto per un doveroso intervento legislativo.
Il 29 novembre del 1971 esso venne finalmente portato a compimento da due onorevoli parlamentari della Democrazia Cristiana, Giuseppe Romanato e Carlo Fracanzani: i cinque articoli della legge n. 1097 da loro firmata imposero la chiusura della maggior parte delle cave attive entro il 31 marzo 1972, obbligando le rimanenti a concludere o portare avanti i propri interventi nel pieno rispetto del paesaggio euganeo, previa presentazione di un piano appositamente redatto per minimizzare (leggasi: azzerare) l’ulteriore impatto sul paesaggio.

Per sancire la natura protetta di questo splendido territorio, anche la Regione Veneto si è mossa concordemente a quanto approvato a livello nazionale, istituendo il Parco dei Colli Euganei sul finire del 1989; Parco che oggi insegna ad amare la natura, la biodiversità e la ricchezza paesaggistica dei comuni che abbraccia.

Le più recenti attività del Parco

Il Parco Colli collabora stabilmente con i Carabinieri forestali per tutelare l’area dagli incendi, dal bracconaggio, dai rischi del dissesto idrogeologico e in generale dagli illeciti come l’abusivismo edilizio e lo smaltimento non regolamentato dei rifiuti.

L’ente parco si occupa anche del monitoraggio della fauna: in questo campo il principale problema è costituito dalla diffusione del cinghiale. Per contenerne le scorribande, vengono predisposte recinzioni elettrificate laddove non sia consentita l’attività venatoria (ad esempio intorno alle aree coltivate), in considerazione del fatto che tale specie è responsabile del 90% dei danni causati alle colture di uva, mais, frumento, soia e girasole. Quantificati dal punto di vista economico, tali danni nel 2021 sono corrisposti ad un totale di circa 79.000 euro di risarcimenti (per le 27 domande accolte).

colli
colli Euganei

In quanto appartenente alla Rete Natura 2000, il Parco preserva e divulga il proprio patrimonio agro-silvo-pastorale, anche con azioni didattiche e percorsi educativi per adulti e bambini: il sito dell’ente è liberamente accessibile, così come la progressive web app che permette di navigare con più comodità tra i contenuti anche da cellulare.


Le attività che fanno capo al Parco sono davvero numerose e sarebbe impossibile elencarle in maniera esaustiva in un unico articolo: per seguire l’ente e rimanere aggiornati sulle future iniziative, oltre alle pagine di Venezia&Dintorni ricordiamo i profili social di Facebook, Instagram e Twitter.