Sotto il simbolo dell’archiscultura più grande al mondo, la Stella Cometa di Rinaldo Olivieri e Alfredo Troisi, nasce una mostra-spettacolo che incanta il visitatore, accompagnandolo con effetti sonori e giochi di luce all’interno di 400 scene di vita ispirate alla Natività.
Dopo l’anno di pausa forzata causato dalla pandemia, si è riaperta alla Gran Guardia l’esposizione artistica “Presepi dal Mondo”, in una collocazione ancora provvisoria dovuta ai lavori di restauro attivi all’interno dell’Arena: dal 20 novembre 2021 al 23 gennaio 2022, dalle ore 9.00 alle ore 20.00, turisti e cittadini veronesi sono tornati ad ammirare i presepi ospitati dal seicentesco palazzo affacciato sulla splendida Piazza Bra, accompagnati da un sottofondo musicale composto prevalentemente dalle tracce dell’album “My Christmas” di Andrea Bocelli.
Le opere in esposizione
Una delle prime scene presepiali a catturare lo sguardo è d’ambientazione campana: realizzata da Vincenzo Saccardo, essa rappresenta una processione di figure orientali al seguito dei Magi, dove scimmiette e altri animali esotici s’intervallano alle persone che li conducono. Il quadro complessivo raffigura una reminescenza storica del regno dei Borbone: in particolare, si rimanda ad un’ambasceria inviata dal Sultano ottomano presso il re Carlo nel 1741, allo scopo di rafforzare i rapporti commerciali tra l’Impero e il regno di Napoli.
Restando ad Avellino, non si può che rimanere a bocca aperta di fronte alla meravigliosa realizzazione di Marco e Antonio Limone, curatissima nei particolari e immersa in una sera ricolma di facelle, tanto minute quanto capaci di riscaldare l’atmosfera borghigiana. In un canto, l’acqua si muove all’interno di un piccolo stagno, mentre un asinello trascina con sé una macina; le pale di un mulino raccolgono il vento e una massaia lava i suoi panni in un tino, con un ritmico movimento che riporta la mente a tempi molto diversi dai nostri.
Per la regione Lazio, invece, spicca la realizzazione di Christian Apreda, che riproduce in tre dimensioni l’acquerello di Ettore Roesler Franz intitolato “Via del Colle”, dipinto dov’è rappresentata una Tivoli di fine Ottocento.
Emozioni in miniatura
Spostandoci a Cosenza, incontriamo un’opera dai connotati unici all’interno dell’esposizione: si tratta di un presepe d’ambientazione moderna, realizzato dall’artista Pino Bozzarelli di Montalto Uffugo. In questa Natività, Giuseppe e Maria sono artisti di strada illuminati dalle luci al neon di alcuni cartelloni pubblicitari: la donna stringe un pargolo al petto, mentre il marito siede di fronte ad una raffigurazione di una più tradizionale Madonna, tracciata con il gesso sull’asfalto. Accanto a quest’ultima, un tappeto dai colori arcobaleno raccoglie poche monete, testimonianza di pace e povertà.
Un’altra delle opere esposte colpisce per la presenza di un angioletto dalla pelle scura: questa figura ricorda Deddy Nikuze, un bambino non vedente nato in Burundi e venuto a mancare all’età di soli quattordici anni. Il padre adottivo, Gianfranco Bianchini, e la madre adottiva, Anna Maria Sgualdo, nel 2017 hanno realizzato questa rappresentazione in suo onore, mentre l’Associazione Italiana Amici del Presepio in quell’anno invitava i suoi membri a rendere omaggio allo stesso modo al giovane ragazzo prematuramente scomparso.
L’Africa compare anche nelle rappresentazioni prestate alla mostra dai Missionari Saveriani di Vicenza, che raccolgono statuine anche dall’Indonesia, dalle Filippine, dal Giappone, dalla Cina e dal Brasile, oltre che dal Congo e dal Kenya. È un’altra scena, tuttavia, quella su cui chiuderemo questa rassegna: la disarmante dolcezza che racchiude in sé “L’Attesa” dona al visitatore un tremito d’empatia verso la partoriente, appoggiata al dorso di un asinello che sembra preoccuparsi per lei mentre il consorte le stringe la mano, rimanendole accanto nel dolore e prestandole aiuto.
In conclusione
La visita alla mostra ha un biglietto d’accesso pari a 8,00€, scontato fino a 5,00€ per le scolaresche: che siate o meno amanti delle rappresentazioni sacre, il consiglio è quello di recarsi in visita a questa preziosa esposizione, che avvolge di umanità opere dall’indubbio pregio artistico.
Foto a cura dell’autrice