Bufo bufo. È un nome dal suono buffo quello scientificamente attribuito alla specie del rospo comune, un anfibio che d’inverno si rifugia negli anfratti del terreno boschivo in cerca di calore e riposo. Con l’innalzamento delle temperature medie stagionali, questi animali a sangue freddo si risvegliano precocemente dal torpore del letargo, avventurandosi anzitempo verso gli specchi d’acqua più adatti alla riproduzione.
L’istinto spinge i batraci a ricercare i luoghi dove sono stati girini, ma non sono consapevoli dei rischi che questo viaggio comporta: nel XXI secolo, infatti, il traffico intenso ha fatto sì che moltissimi esemplari fossero uccisi lungo le strade, un triste danno per la biodiversità delle aree verdi.
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L’iniziativa dell’Associazione S.O.S Anfibi
Da tempo, i Comuni e gli Enti si sono impegnati per evitare il più possibile questi massacri stagionali: si sono installati sottopassaggi fissi per permettere agli anfibi di arrivare sani e salvi dall’altro lato delle carreggiate, ma anche reti di raccolta presidiate e periodicamente svuotate da affezionati volontari, come quelle installate presso 12 siti interni all’area del Parco Regionale dei Colli Euganei.
Il vicepresidente dell’Ente Parco, Antonio Scarabello, rende noto che quest’anno saranno disponibili cinque chilometri e mezzo di percorsi recintati, per i quali sarà attivo il monitoraggio da parte dei soci di S.O.S. Anfibi. Chiunque può contribuire al salvataggio dei piccoli animali notturni: per partecipare, basta inviare una mail all’indirizzo sosanfibipadova@gmail.com, indicando il proprio numero di telefono e il comune in cui si risiede o si desidera prestare servizio.
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Una buona azione
L’Associazione S.O.S. Anfibi si preoccuperà di istruire i volontari su come manipolare gli animali e come condurre il proprio intervento in sicurezza: la ricompensa sarà la sopravvivenza di migliaia di anfibi, che potranno effettuare in sicurezza anche al ritorno la loro migrazione. Nel corso del 2021 sono stati salvati 27.800 esemplari in totale: non soltanto di rospi, ma anche di rane di Lataste, salamandre e raganelle. La speranza è quella di salvarne altrettante anche quest’anno.