Monselice in festa

Monselice in festa

Proprio in questi giorni, si stanno svolgendo a Monselice le quattro serate dell’evento Stupor Mundi, dedicato al re di Svevia Federico II: nel lontano Duecento, egli era noto con il soprannome di “Meraviglia del Mondo” – in latino, Stupor Mundi, per l’appunto.

I quattro appuntamenti, fissati per le 21.15 del 27, 28, 29 e 30 agosto, anticipano il programma di incontri settembrini della famosa Giostra della Rocca, un vero e proprio festival di stampo storico-medievale che riporterà indietro gli orologi del tempo… Almeno intorno ai Giardini del Castello, dove si terrà il primo raduno di Arti e Mestieri delle Nove Contrade.

Monselice - Musica, Arti e Mestieri medioevali
Sarà possibile, in quest’occasione, visitare il Castello su prenotazione. La data da salvare è il 12 settembre, dalle 9.30 alle 19.00

Il primo appuntamento della kermesse, svoltosi lo scorso venerdì, ha letteralmente dato il la all’iniziativa monselicense, presentando sul palcoscenico allestito a Villa Duodo la meraviglia di un concerto trobadorico.
Le musiche, accuratamente ricostruite e piacevolmente eseguite, sono state anticipate da alcune chiose esplicative, per accompagnare lo spettatore a comprenderne il senso: a causa della distanza cronologica e linguistica, infatti, i brani riprodotti (soprattutto per la prima parte dell’esibizione, laddove la lingua predominante è stata il franco-provenzale) risultano di difficile comprensione all’orecchio inesperto del moderno ascoltatore, pur incantandolo nella loro intelaiatura fonica.

Dalla documentazione pervenutaci, risalente alla prima metà del Trecento, sembra quasi che la musica sia stata scoperta d’improvviso, nel Basso Medioevo, anche se si tratta di un inganno dovuto alla mancanza di fonti pregresse.
È tuttavia piacevole immaginare che canti, ballate d’amore e madrigali s’accendano quasi senza preavviso nelle corti, da quella scaligera a quella angioina, e che una scintilla di quel tripudio di sonorità sia giunta fino a noi.

Una favilla da studiare, conservare e – soprattutto – portare a nuova vita.

Amor che nella mente mi ragiona

Il concerto, eseguito dall’ensemble Micrologus, viene aperto dalle brevi ma significative parole del vicesindaco Andrea Parolo, che rivolge un accorato pensiero all’Afghanistan. In questo paese, tra 1996 e 2001 era già entrato in vigore il divieto alla musica, proibita dal regime talebano: sempre i talebani l’hanno ora reintrodotto, ultima tra le angherie messe in opera dal fondamentalismo, ora tornato tragicamente al potere.

Le musiche trobadoriche giungono a noi tramite una diaspora: a seguito della cacciata degli Albigesi dalla Francia, infatti, le voci musicali della Linguadoca si sparpagliarono altrove, portando l’occitano in Italia. Esponenti illustri tra i cantori provenzali furono Arnaut Daniel, Bertran de Born, Marcabru, Guiraut de Borneil, Raimbaut de Vaquerais, ciascuno dei quali è stato omaggiato nel corso della performance del gruppo.

Come raccontato da Goffredo Degli Esposti, presentatore dei brani oltre che suonatore di flauto e cornamusa, era usanza adattare una musica a più versi: un’operazione simile è stata messa in opera per musicare la canzone dantesca “Amor che ne la mente mi ragiona”, seconda tra quelle commentate nel Convivio.

Questa è colei ch’umilia ogni perverso:
costei pensò chi mosse l’universo.

– vv. 71-72

Le voci di Enea Sorini e Federica Bocchini contribuiscono a rendere l’intero repertorio indimenticabile, tanto da poter essere ripercorso con la mente come piacevole eco di un venerdì… di otto secoli fa.


In conclusione, è d’obbligo l’invito a non perdere i prossimi appuntamenti, con l’auspicio che il ciclo di appuntamenti si ampli per le edizioni a venire.

Fotografie a cura dell’autrice